In un momento in cui le economie globali iniziano la ripresa dalla crisi post-pandemia emerge un’iniziativa volta a stabilire un accordo di libero scambio tra 15 Paesi asiatici.
L’accordo RCEP, letteralmente conosciuto come Regional Comprehensive Economic Partnership (RCEP) agreement, concepito durante il vertice ASEAN del 2011, è stato progettato per integrare gli accordi commerciali disparati tra le nazioni ASEAN e i loro principali partner commerciali (accordi di libero scambio ASEAN+1) in un accordo unificato.
Esso è entrato in vigore dal 1° gennaio scorso ed è considerato il più grande blocco commerciale al mondo, comprendendo 15 Stati che insieme producono il 30% del Pil mondiale, la Cina da sola pesa quasi il 19%, e rappresentando circa un terzo della popolazione mondiale. I primi 10 stati firmatari sono stati: Cina, Giappone, Australia, Nuova Zelanda, Brunei, Cambogia, Singapore, Laos, Vietnam e Tailandia. La Corea del Sud ha seguito il 1° febbraio, mentre Indonesia, Malesia, Myanmar e Filippine devono ancora ratificare l’accordo.
Quali saranno i benefici di questo accordo?
Sul piano economico:
“Il RCEP promuoverà il commercio e attirerà gli investimenti per tutti i partecipanti dell’ASEAN. L’entrata in vigore dell’accordo è di grande importanza per promuovere ulteriormente il libero scambio all’interno della regione”, ha detto alla Xinhua New Agency Bounleuth Luangpaseuth, vice presidente della Camera di Commercio e Industria Nazionale del Laos.
Inoltre, un vantaggio chiave del patto è il suo quadro comune di “regole d’origine”, ovvero come stabilire la nazionalità dei prodotti affinché questi possono circolare liberamente nell’area.
Sembrerebbe che a beneficiarne sarà soprattutto Cina, Giappone e Corea del Sud, le più grandi economie asiatiche per la prima volta legate da un accordo di libero scambio.
Come dichiarato dal ministro del commercio giapponese, Tokyo abolirà i dazi sulle esportazioni in Cina, di alcuni componenti di veicoli elettrici.
Inoltre, il Giappone godrà di effetti positivi sulle importazioni per un valore stimato di 20,2 miliardi di dollari.
Tuttavia, si stimano effetti negativi sulle economie del Vietnam e Indonesia, poiché alcune delle merci che la Cina importa dal Vietnam verrebbero sostituite da merci giapponesi grazie a più concessione di dazi tra le principali economie della regione.
Sul piano politico:
Attraverso un accordo come il RCEP, un Paese come la Cina sarà in grado di trarre benefici politici oltre che economici.
Si pensa infatti che il patto incoraggerà le aziende europee a investire nel sudest asiatico e a usarlo come base per gli export verso il resto del mondo, sfruttando allo stesso tempo il mercato interno cinese.
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