La guerra russo-ucraina non era ancora iniziata, ma nel 2021, per il settimo anno consecutivo, la vendita di armi nel mondo è aumentata: 592 miliardi di dollari, + 1.9 per cento in termini reali, cioè tenendo conto dell’inflazione. Lo rivela il SIPRI, Stockholm international peace research institute, che ogni anno pubblica un report sul volume delle vendite della top 100 delle industrie di armi a livello mondiale. Ovviamente la guerra ha dato una spinta ulteriore, che sarà registrata l’anno prossimo: una guerra che “consuma” ogni giorno tante munizioni quante me occorrevano in Afghanistan per un mese.
Per i produttori di armi non sono tutte rose e fiori. Aumentano i problemi nella catena di approvvigionamento, anche perché la Russia è un importante fornitore di materie prime utilizzate nella produzione. Ciò potrebbe ostacolare gli sforzi in corso negli Stati Uniti e in Europa per rafforzare gli eserciti e per ricostituire le scorte dopo aver inviato miliardi di dollari di munizioni e altre attrezzature in Ucraina. “L’aumento della produzione richiede tempo”, ha affermato il dott. Diego Lopes da Silva, ricercatore senior del SIPRI. “Se le interruzioni della catena di approvvigionamento continuano, potrebbero essere necessari diversi anni prima che alcuni dei principali produttori di armi soddisfino la nuova domanda creata dalla guerra in Ucraina”. Viceversa i produttori russi risentono pesantemente delle sanzioni occidentali.
Le vendite di armi delle 40 società statunitensi nella lista sono state pari a 299 miliardi di dollari nel 2021. Il Nord America è stata l’unica regione a registrare un calo delle vendite rispetto al 2020. Il calo dello 0,8% in termini reali è stato in parte dovuto all’elevata inflazione. Le vendite delle 21 società in Asia e Oceania incluse nella Top 100 hanno raggiunto i 136 miliardi di dollari nel 2021, il 5,8% in più rispetto al 2020. Le otto compagnie di armi cinesi nell’elenco hanno registrato vendite totali di armi per 109 miliardi di dollari, con un aumento del 6,3 per cento. Stagnazione invece per i produttori russi: 17,8 miliardi di vendite con un aumento appena dello 0,4 per cento. Ventisette le aziende Top 100 con sede in Europa. Le loro vendite di armi combinate sono aumentate del 4,2% rispetto al 2020, raggiungendo i 123 miliardi di dollari. Calanio le vendite dell’aerospaziale, aumentano quelle della cantieristica navale. Due le società italiane: Leonardo, che passa dal 14.o al 12.o posto con 13,87 miliardi di vendite (+ 18 per cento) e Fincantieri che passa dal 48.o al 46.o posto con 2,98 miliardi di vendite (+ 5,9 per cento).