Il concetto di diversità, nel corso del tempo, è per fortuna cambiato molto. Con alcuni dei nostri ultimi eventi, abbiamo cercato di focalizzarci molto sull’importanza di pensare in ottica di “diversità come normalità”. Questo è fondamentale soprattutto per le giovani generazioni, che devono essere educate a considerare la diversità come l’essenza stessa del genere umano. Oggi, questa varietà, è molto più visibile rispetto al passato ed è un bene.
Si parla infatti molto di più d’integrazione e si approfondiscono le peculiarità e le problematiche di chi ha una determinata patologia. Un ottimo esempio al proposito è l’attenzione mediatica attorno alla giornata mondiale della Sindrome di Down.
IDI, con il supporto della Commissione per lo Sport, ha profuso molto impegno nella promozione di una cultura sportiva in grado di includere chiunque. Concentrarsi su queste occasioni di interazione è basilare in quanto si tratta di situazioni che vedono le persone, i più giovani in particolare, passare del tempo in assoluto relax e divertendosi. In queste situazioni, che esulano da qualsiasi contesto lavorativo o didattico, è molto più facile imparare a conoscersi e a superare le differenze, guardando solo all’umanità e ai momenti piacevoli condivisi assieme.
Diversità e normalità: due facce della stessa medaglia
La diversità e la normalità sono due facce della stessa medaglia. Oggi come oggi, infatti, è sempre più lontana la tendenza che porta a pensare alla diversità come qualcosa di lontano da un ordine costituito. Quest’ordine, sia nella vita privata sia nel mondo lavorativo, è sempre più labile. Abbiamo infatti a che fare con persone che mettono umanità e passione nel lavoro e nei rapporti personali, a prescindere dalla loro origine e da quello che c’è scritto sulla cartella clinica. Questo è bellissimo e ci permette, giorno dopo giorno, di considerare sempre la diversità una meravigliosa normalità.