ROMA (nostro servizio particolare). È iniziata oggi, presso il Palazzo della Cancelleria di Roma, la Conferenza Internazionale Multilaterale “Il ruolo delle donne nell’intermediazione diplomatica dei conflitti”, che risponde alla richiesta del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale -Direzione Generale per gli Affari Politici e di Sicurezza- di iniziative finalizzate all’attuazione del IV Piano di Azione Nazionale adottato in ottemperanza della Risoluzione n° 1325 (2000) del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite e di altre Risoluzioni successive.
Organizzata dall’IDI (Istituto Diplomatico Internazionale), organizzazione accreditata con status consultivo speciale presso il Consiglio Economico e Sociale delle Nazioni Unite avente tra le sue consuetudini accademiche proprio quella di promuovere specifici eventi riguardo ad alcune delle più importanti tematiche inerenti l’attualità internazionale, la Conferenza si prefigge di contribuire al raggiungimento degli obiettivi 1 e 3 del IV Piano d’Azione Nazionale (PAN) su Donne, Pace e Sicurezza 2020-2024 (che consistono, essenzialmente nel “Rafforzare in maniera continuativa e durevole il ruolo delle donne nei processi di pace ed in tutti i processi decisionali” e nel “Contribuire a promuovere la parità di genere, l’empowerment e la protezione di donne e bambini in aree di conflitto”), creare un impatto sulla società civile italiana e su quelle di alcuni Paesi selezionati rispetto a tale Piano e diffondere, presso il pubblico specializzato e non, i contenuti della già citata Risoluzione del CdS.
Di particolare interesse è stato l’intervento di apertura del Presidente dell’Istituto Diplomatico Internazionale Paolo Giordani, che ha spiegato come tale Conferenza rappresenti per l’Istituto la base di partenza per un articolato e ambizioso percorso culturale volto a promuovere un’approfondita riflessione sui trenta Articoli della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo.
Denominato “Agenda IDI 2028 sui Diritti Umani”, tale progetto sarebbe già stato comunicato dall’Istituto alle superiori Istanze delle Nazioni Unite (quali la Direzione Generale UNOG di Ginevra e l’Alto Commissariato per i Diritti Umani), che avrebbero espresso il loro gradimento e garantito all’iniziativa tutto il sostegno necessario.
Entrando nel vivo dell’argomento, Giordani ha, poi, sottolineato come ogni mediazione in sé comporti l’esercizio dell’”ars diplomatica”, nobile attività umana che, sapientemente e tenacemente, si sforza di comporre gli opposti, che certamente si attraggono, ma per lo scontro e non per l’incontro.
Con riferimento alle donne, egli riscontrerebbe una particolare attitudine in tal senso nell’ambito di diversi episodi della Storia umana, come il conflitto tra romani e sabini conseguente al cosiddetto “Ratto delle Sabine” (in cui le donne sabine, al fine di fermare lo scontro tra i loro padri e i loro fratelli da un lato e i loro rapitori, ormai mariti, dall’altro, accorsero sul campo di battaglia insieme ai figli nati nel frattempo) o l’opera di mediazione posta in essere nel VI secolo a.C. dalla Regina Consorte di Persia Ester (che riuscì con la sua fede, la sua bellezza, la sua dolcezza e la sua determinazione ad evitare lo sterminio del popolo d’Israele da parte di Re Serse), senza contare le numerosissime circostanze in cui, ancora oggi, la componente femminile di molte società del continente africano si trova in prima fila per mediare, ottenendo spesso anche risultati risolutivi e permanenti.
Nell’ambito dei lavori si discuterà, inoltre, di Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, di piani finalizzati alla promozione di un’Istruzione di Qualità e di vari temi inerenti la Parità di genere.
Il programma prevede, per la giornata di oggi, eventi incentrati su relazioni, testimonianze e presentazioni di ricerche, e per la giornata di domani un “tavolo di lavoro” tra esperti con l’obiettivo di redigere le conclusioni finali, che saranno pubblicate su supporto digitale, video digitale e cartaceo con l’obiettivo di raggiungere il Consiglio Economico e Sociale delle Nazioni Unite, la 67^ Commissione sui Diritti delle Donne (United Nations Commission on the Status of Women), i governi dei Paesi rappresentati alla Conferenza, e, naturalmente, il pubblico (sia nazionale che internazionale).
Tra gli invitati figurano autorevoli Rappresentanti governativi e non governativi, parlamentari, funzionari di Organizzazioni Internazionali, accademici ed autorità religiose.
Articolo pubblicato su: Report Difesa