RUSSIA-UCRAINA, FOCUS ONU SUI PRIGIONIERI DI GUERRA

Una guerra, quella in Ucraina, quant’altre mai “senza regole”, in cui sono “diffuse e persistenti”, da entrambe le parti, le violazioni dei diritti dei prigionieri di guerra. Lo rileva l’Ufficio dell’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani (OHCHR) che ha recentemente pubblicato un rapporto sul trattamento dei prigionieri di guerra e delle persone fuori combattimento, sia russe che ucraine, nel contesto del conflitto armato (https://www.ohchr.org/sites/default/files/documents/countries/ukraine/2023/23-03-24-Ukraine-thematic-report-POWs-ENG.pdf), fondandosi principalmente sui dati resi disponibili dalla Missione di monitoraggio sui diritti umani in Ucraina (HRMMU).

Il rapporto analizza le varie forme di violazione del diritto internazionale umanitario e del diritto internazionale dei diritti umani perpetrate dalle parti belligeranti nei confronti dei prigionieri di guerra, durante tutte le fasi della detenzione, nel periodo compreso tra il 24 febbraio 2022 e il 23 febbraio 2023. Una premessa: il governo ucraino ha garantito all’OHCHR l’accesso completo ai prigionieri di guerra nei campi di internamento ufficiali, la Federazione russa ha consentito di incontrare solamente un gruppo di tredici detenuti, senza interviste riservate. La documentazione e il controllo incrociato delle singole testimonianze hanno permesso all’OHCHR di individuare violenze equiparabili a gravi violazioni del diritto umanitario e dei diritti umani, andando possibilmente a costituire dei crimini di guerra, tra cui esecuzioni sommarie, torture, elettrocuzioni e percosse.

Dall’inizio dell’aggressione russa dell’Ucraina, entrambe le potenze coinvolte hanno catturato un numero crescente di prigionieri di guerra e dal rapporto emerge che nella maggioranza dei campi di internamento le violazioni siano diffuse e persistenti. Ivi comprese le “esecuzioni sommarie” di 25 prigionieri di guerra russi e di persone fuori combattimento” e per quella di “15 prigionieri di guerra ucraini” perpetrate per lo più dal gruppo paramilitare Wagner. Dall’inizio dell’invasione, la missione Onu in Ucraina ha poi documentato 621 casi di sparizione forzata e detenzione illegale di civili da parte delle forze armate russe, mentre sono 91 gli episodi analoghi commessi dagli ucraini. Tuttavia, in quanto Stati firmatari della Convenzione di Ginevra relativa al trattamento dei prigionieri di guerra (1949) e del I Protocollo aggiuntivo (1977), sia la Federazione russa che l’Ucraina hanno l’obbligo di fornire protezione generale ai prigionieri di guerra, trattandoli «sempre con umanità» e proteggendoli «contro gli atti di violenza e d’intimidazione, contro gli insulti e la pubblica curiosità». Di conseguenza, all’interno del rapporto, l’OHCHR propone alle parti coinvolte e alla comunità internazionale una serie di raccomandazioni, sia generiche che specifiche, per migliorare la protezione dei prigionieri di guerra e le loro condizioni di internamento ed evitare ulteriori violazioni dei diritti umani e del diritto umanitario indagando sui vari crimini e perseguendone gli autori.

Tra le misure suggerite possono essere evidenziate il rispetto della Terza Convenzione di Ginevra e del Protocollo aggiuntivo, nonché l’allocazione di risorse sufficienti per assicurare l’implementazione di tali obblighi, e lo sviluppo di linee guida dettagliate sul trattamento dei prigionieri di guerra e l’insegnamento alle rispettive forze armate dei principi base del diritto internazionale umanitario riguardo ai prigionieri di guerra. In più, è indicata la fornitura di programmi di assistenza medica, legale e finanziaria, di programmi di riabilitazione e reintegrazioni alle vittime di tortura e maltrattamenti. L’OHCHR esorta, inoltre, la Federazione russa ad autorizzare missioni di monitoraggio indipendenti all’interno del proprio territorio e a condurre indagini approfondite sui casi di maltrattamento dei prigionieri di guerra, prendendo provvedimenti idonei. Oltre a ciò, il rapporto sottolinea la necessità di permettere ai detenuti ucraini di comunicare con il mondo esterno, e di fornire ai familiari informazioni relative al luogo di internamento e alle condizioni di salute. Egualmente, il governo ucraino è invitato ad evitare il ricorso a luoghi di detenzione informali. Infine, l’OHCHR si rivolge alla comunità internazionale, sollecitandola a collaborare, sia a livello nazionale che internazionale, affinché si riesca a garantire il rispetto dei diritti umani e del diritto umanitario in questo duro conflitto.

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