RELIGIONE E SVILUPPO SOSTENIBILE

Tra i documenti che accompagnano la Dichiarazione finale dei Capi di Stato e di governo all’ultimo vertice G20 del 22 novembre scorso, sotto la presidenza saudita, ce n’è uno di cui si è parlato relativamente poco e che l’Italia, presidente di turno per quest’anno, dovrebbe considerare con particolare attenzione. Il documento s’intitola “Network religiosi, il loro impatto sugli obiettivi di sviluppo sostenibile e le sfide per l’ordine legale internazionale” e sottolinea l’esigenza di coinvolgere i network fondati sulle religioni nelle strategie e nelle iniziative di sviluppo sostenibile.

La crisi generata dall’epidemia di Covid-19 ha già evidenziato la fragilità e la frammentazione del sistema internazionale multilaterale e l’urgente necessità di meccanismi più solidi per affrontare le sfide globali. Da questo punto di vista le organizzazioni religiose, le loro associazioni caritative, le loro rappresentanze dinanzi a istituzioni internazionali, le organizzazioni umanitarie ispirate da un’etica religiosa, i gruppi religiosi impegnati in attività sociali, i gruppi interreligiosi transnazionali come Religions for Peace e United Religions Initiative rappresentano un’opportunità, in generale perché adottano una prospettiva locale e non solo globale, hanno una grande capacità di mobilitare la pubblica opinione, possono lavorare insieme con le organizzazioni non-governative di ispirazione laica e possono contribuire con proposte originali alla lotta contro le malattie e le diseguaglianze.

A lungo la partecipazione di questi soggetti alla cooperazione internazionale è stata considerata con riluttanza. Ma la situazione è cambiata. Varie agenzie di sviluppo delle Nazioni Unite, bilaterali e di altro genere, stando studiando o costruendo partnership con network religiosi. E il documento che accompagna la dichiarazione finale del vertice di Riad raccomanda di proseguire su questa strada. In particolare propone ai Paesi del G20 di creare un “engagement group” su religione e sviluppo sostenibile, incaricato di promuovere la cooperazione soprattutto su obiettivi come lavoro dignitoso e crescita economica, riduzione delle ineguaglianze, pace, giustizia e rafforzamento delle istituzioni.

Noi dell’Istituto Diplomatico Internazionale pensiamo che si tratti di una prospettiva interessante e vogliamo stimolare il dibattito, in quest’anno di presidenza italiana, organizzando un seminario sul tema.

Tutti Paesi del mondo sono impegnati nello sforzo di sconfiggere la pandemia e di far ripartire economie e società evitando di ripetere gli errori del passato. Dinanzi ad una sfida di tale portata, le risorse dei network religiosi possono essere di grande aiuto.

 

 

 

 

 

 

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