I paesi nel mondo che mantengono la pena di morte sono oggi 54, tra cui Stati Uniti e Cina, mentre sono in totale 144 quelli che l’hanno abolita di fatto, non applicandola da almeno dieci anni. La strada è ancora lunga ma le prospettive di raggiungimento dell’obiettivo abolizionista sono sempre più realistiche, grazie alla collaborazione degli Stati. E’ quanto emerge dalla conferenza “No Justice without Peace, the world towards justice without death penalty” che si è tenuta all’Ambasciata italiana a Berlino.
Quest’anno è intervenuto Mario Marazziti, co-fondatore della Coalizione Mondiale contro la Pena di Morte e coordinatore di diverse iniziative diplomatiche internazionali con lo stesso scopo, come quella attiva ora “Città per la Vita” o le conferenze promosse dall’Unione Europea dei Ministri della Giustizia del mondo.
Durante la conferenza, cui ha partecipato in rappresentanza del nostro Paese il sottosegretario agli Esteri Maria Tripodi, i relatori hanno ricordato quanti progressi sono stati fatti in pochi anni e quanto resta ancora da fare. La pena di morte oggi è stata abolita in diversi paesi di diverse culture e religioni, e perciò, ribadisce Tripodi, è possibile che eliminarla ovunque. Inoltre proprio in queste settimane è stata presentata all’ONU la Risoluzione sulla Moratoria della Pena di Morte, che dal 2007 viene rivotata ogni 2 anni: quest’anno per la prima volta gli stati favorevoli sono 127, 4 in più rispetto al 2020.