Il Diritto alla Verità è spesso invocato dai familiari delle vittime di esecuzioni sommarie, sparizioni forzate, rapimenti e torture, principalmente in contesti di gravi violazioni dei diritti umani e del diritto umanitario, nella speranza di ottenere accesso a un ricorso giurisdizionale efficace.
In tale ottica, la Risoluzione A/RES/65/196 dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite (https://documents-dds-ny.un.org/doc/UNDOC/GEN/N10/524/30/PDF/N1052430.pdf?OpenElement), adottata nel dicembre 2010, ha proclamato il 24 marzo come Giornata Internazionale per il diritto alla verità sulle gravi violazioni dei Diritti Umani e per la dignità delle Vittime. La data è stata scelta in onore di monsignor Óscar Romero, arcivescovo di San Salvador (El Salvador). Il 24 marzo 1980, durante la celebrazione di una messa, Romero fuassassinato da un sicario appartenente ad uno «squadronedella morte» salvadoregno, per aver denunciato attivamente leviolazioni sistematiche dei diritti umani perpetrate dall’esercito nazionale verso una popolazione già stremata e vulnerabile per via della guerra civile.
La premessa alla base della proclamazione della giornatainternazionale del 24 marzo è uno studio condotto nel 2006 dall’Alto Commissariato per i Diritti Umani delle Nazioni Unite (E/CN.4/2006/91), che ha riconosciuto l’inalienabilità, l’autonomia e la non-derogabilità del diritto alla verità, ritenutouno dei diritti fondamentali di ogni individuo. A ciò è stato correlato il dovere e l’obbligo dei singoli Stati di agire da garanti del rispetto dei diritti umani, conducendo investigazioni accurate sulle violazioni di questi e garantendovi rimedi risolutivi. In aggiunta, lo studio ha riconosciuto alle vittime di gravi violazioni dei diritti umani e ai loro familiari, il diritto di conoscere la verità integra sugli eventi accaduti, sugli autori delle condotte, sulle loro motivazioni e sulle circostanze specifiche in cui questi hanno avuto luogo.
In un ulteriore Rapporto del 2009 (A/HRC/12/19), l’Alto Commissariato per i Diritti Umani delle Nazioni Unite ha individuato le procedure da attuare per l’implementazione concreta di tale diritto, ricorrendo all’archiviazione e alla registrazione dei documenti relativi alle gravi violazioni dei diritti umani e alla realizzazione di programmi di protezionedell’integrità dei testimoni e altre persone coinvolte nelle inchieste di suddetti eventi.
Dunque, gli obiettivi attribuiti a questa giornata sono molteplici: in primo luogo, si tratta di onorare la memoria delle vittime di gravi e sistematiche violazioni dei diritti umani, promuovendo l’importanza del diritto alla Verità e alla Giustizia; in secondo luogo, commemorare coloro che hanno dedicato la propria vita, arrivando a perderla, alla lotta per la tutela dei diritti umani; infine, riconoscere i valori sottostanti l’operato dell’arcivescovo Romero, il quale si è battuto nella difesa della vita e della dignità umana delle popolazioni più fragili. Si tratta, in definitiva, di un tentativo di esortare i vari Stati a eradicare l’impunità, promuovendo ancora una volta il rispetto dei diritti umani e del diritto alla verità e fornendo l’assistenza necessaria affinché le invocazioni delle vittime coinvolte non rimangano inascoltati.