“SOTTO GLI OCCHI DELL’OCCIDENTE”: SI ALLARGA IL FORUM BRICS

Il forum BRICS – cui appartengono Cina, Russia, India, Brasile e Sudafrica – si allarga. Lo ha annunciato il presidente sudafricano Cyril Ramaphosa durante la conferenza stampa finale del quindicesimo vertice del club tenuto a Johannesburg dal 22 al 24 agosto 2023 (con il ministro degli Esteri Lavrov come capo della delegazione russa). A partire dal 1° gennaio 2024, vi entreranno altri sei “membri effettivi”: Argentina, Egitto, Etiopia, Iran, Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti. Restano in attesa almeno 22 altri Paesi, tra cui grandi potenze in divenire come Indonesia e Nigeria, ma anche Stati come Tailandia, Senegal, Marocco, Algeria, Cuba, Venezuela, Bolivia, Vietnam, Bangladesh, Bielorussia, Honduras e Kazakhstan. Nel complesso i potenziali aderenti sono una quarantina.

La mossa dei BRICS, primo vero e proprio allargamento del blocco dopo l’ingresso del Sudafrica nel 2010, ha un evidente significato strategico: l’intenzione è quella di incrementare il peso politico-economico del gruppo delle principali economie emergenti, nel tentativo di controbilanciare la “percepita” egemonia degli Stati Uniti e dell’Occidente. De facto il vertice BRICS è la risposta a quello di Camp David per una “nuova era di cooperazione” tra Stati Uniti, Giappone Corea del Sud (10 agosto).

Con l’ingresso dei nuovi Stati, ricorda il presidente brasiliano Lula, i Paesi BRICS rappresentare “il 36% del PIL mondiale e il 47% della popolazione dell’intero pianeta”. Anche il leader cinese Xi Jinping ha sostenuto che tale “espansione del numero dei membri [sia] storica”, poiché “si tratta di “un nuovo capitolo nella cooperazione tra i Paesi emergenti e in via di sviluppo” che “porterà nuovo vigore al meccanismo di cooperazione” e “rafforzerà ulteriormente la forza per la pace e lo sviluppo nel mondo”. Simile il commento del presidente indiano Narendra Modi che sottolinea l’importanza dell’aggiunta di nuovi membri per “il rafforzamento dei Brics come organizzazione”. L’ambizione di superare un ordine globale che in molti considerano sfavorevole ai propri interessi c’è ed ha forte eco nel mondo. Il fronte BRICS però è molto diversificato al proprio interno (basti pensare alla rivalità tradizionale tra Cina e India) e verosimilmente lo sarà ancor di più nel nuovo formato. Basterà il desiderio di ridimensionare il peso globale di Stati Uniti e Occidente per produrre fatti concreti? Si vedrà.

L’acronimo BRIC, coniato nel 2001 dall’economista di Goldman Sachs Jim O’Neill, designa un gruppo di Stati in rapida crescita economica e comunque dotati di una significativa influenza politica. Nel settembre 2006, a margine dell’Assemblea Generale dell’ONU, a New York, i ministri degli Esteri del Brasile, Russia, India e Cina tennero il primo incontro informale tra i quattro paesi. Il primo incontro a livello di capi di Stato e di governo si tenne invece a Toyako (Giappone) nel luglio 2008, a margine del G8. A questo seguirono incontri annuali a partire dal vertice tenutosi a Ekaterinburg (Russia) nel 2009, concluso con l’approvazione di una dichiarazione che auspicava, a maggior ragione dopo la crisi finanziaria internazionale del 2008, un nuovo ordine mondiale multipolare e più equo. Nel dicembre 2010 entrò il Sudafrica, su iniziativa soprattutto russa e cinese.

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