RUSSIA-UCRAINA, LA BSEC E I CANALI ANCORA APERTI PER UN DIALOGO DIFFICILE

Mentre sulle città ucraine cadono bombe come se piovesse, mentre nel Donbass gli eserciti si affrontano in battaglie all’ultimo sangue, i canali di comunicazione tra Federazione russa e Ucraina restano aperti, innanzitutto nella sede informale promossa dal presidente turco Tayyip Erdogan, che – lo conferma sul “Giornale” di oggi il nostro ambasciatore a Kiev, Zazo – ha avuto un ruolo decisivo nel raggiungimento degli accordi sul commercio del grano e sullo scambio di prigionieri, ma anche nell’ambito di organizzazioni internazionali regionali.
È il caso della Black Sea Economic Cooperation (BSEC), Organizzazione della cooperazione economica del Mar Nero, iniziativa politica ed economica multilaterale nata nel 1992 proprio su impulso della Turchia, della quale oggi fanno parte tredici Stati: Albania, Armenia, Azerbaigian, Bulgaria, Georgia, Grecia, Moldavia, Macedonia del Nord, Romania, Russia, Serbia, Turchia e Ucraina. Il Segretariato permanente è ad Istanbul e in Turchia si riunisce l’Assemblea interparlamentare. Alla BSEC fa riferimento anche la Banca per il commercio e lo sviluppo del Mar Nero, con sede a Salonicco. Italia, Francia, Germania, Polonia, altri paesi dell’Ue e gli Stati Uniti sono presenti come “osservatori”. Et pour cause: la regione, dove vivono 350 milioni di persone con un pil complessivi di 2.95 miliardi di dollari è, dopo il Golfo persico, la seconda maggior fonte di petrolio e gas naturale e sta diventando il principale corridoio europeo per il trasporto di energia.
Il 21 dicembre scorso, a dieci mesi dall’invasione russa dell’Ucraina, si è tenuto online il 45.o incontro dei ministri degli Esteri dei paesi del BSEC. Sullo stesso schermo, quantomeno, si sono ritrovati – per discutere di budget, questioni interne, gruppi di lavoro e relazioni con i partner – anche i rappresentanti delle due potenze belligeranti: il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov e il viceministro ucraino Yevhen Perebyinis. Chi conosce la prassi delle relazioni internazionali probabilmente non se ne stupisce, ma non c’è dubbio che, a margine delle riunioni di un’organizzazione regionale del genere, purché avvengano in presenza, possano anche avviarsi trattative preliminari di pace.

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