La Giornata Mondiale della Sindrome di Down, arrivata quest’anno alla sua tredicesima edizione, si è svolta il 21 marzo. La data non è stata scelta a caso, ma con l’obiettivo di portare l’attenzione sul numero del cromosoma alterato che provoca la sindrome. Il bilancio per quanto riguarda la visibilità è stato più che positivo. Il web, come accade da diverso tempo a questa parte, si è rivelato decisivo. Sui social, infatti, ha avuto molto successo l’hashtag #WhatIBringToMyCommunity.
Fa riflettere molto questa frase. Nel corso degli anni, abbiamo potuto vedere numerosi cambiamenti positivi riguardante l’inclusione di soggetti con questa sindrome.
Un ottimo driver sociale è senza dubbio lo sport – contesto che vede la concretizzazione di numerosi valori fondamentali per vivere in comunità – e noi come IDI abbiamo dato più volte il nostro contributo a progetti incentrati sulla sinergia tra socialità e sana competizione sportiva.
Per avere successo in tutto questo non basta, però, fermarsi a una singola giornata e al suo indubbio clamore mediatico. Bisogna continuare a parlarne, a incontrarsi per dare vita a tavole rotonde e altri contesti di discussione.
Questo è fondamentale soprattutto per quanto riguarda l’inclusione lavorativa. Nel corso dell’ultima giornata Mondiale della Sindrome di Down, sono state numerose le situazioni in cui si è parlato di questa tematica centrale.
A Roma, per esempio, è stato possibile partecipare all’evento “Chi trova un lavoro trova un tesoro”, durante il quale ha parlato della sua esperienza Giulia, una ragazza down che ha trovato la sua dimensione professionale in un negozio di intimo della capitale.
Questo è solo uno dei tanti esempi che si possono portare quando si parla del ruolo delle persone con Sindrome di Down. Per fortuna, ribadiamo, oggi è molto più facile discutere di questi temi, perché siamo consapevoli che la diversità è solo un’altra faccia di una realtà poliedrica e soprattutto molto ricca, dalla quale possiamo impare ogni giorno tantissimo guardando l’entusiasmo, la tenacia e la voglia di emergere delle persone che abbiamo attorno.
Il consiglio che diamo, quindi, è di tenere aperti gli occhi e il cuore al di là delle giornate mondiali, che sono spunti di riflessione iniziali dai quali ricavare ispirazione per dare il meglio nella vita di ogni giorno e tendere la mano a chi vive momenti di difficoltà personale o familiare per problematiche come la Sindrome di Down.