Al giorno d’oggi, di diplomazia si sente parlare sempre di più e non sempre in maniera corretta. Quando si chiama in causa questo termine, la prima cosa da dire è che deriva dal greco diploun, traducibile letteralmente con “piegare in due”. Nel mondo romano, invece, con la parola diplomas si inquadravano documenti ufficiali finalizzati a conferire privilegi o siglare accordi. Questi veloci cenni fanno capire, a grandi linee, cosa c’è dietro alla diplomazia. Secondo le definizioni ufficiali, quando si parla di diplomazia si prende in considerazione l’arte di trattare e gestire affari di politica internazionale, il tutto per conto di un’entità statale.
Rimanendo in ottica moderna – secondo alcune teorie, una forma molto primordiale di diplomazia nacque addirittura ai tempi della preistoria, quando i nostri progenitori mandavano emissari alle tribù vicine per evitare scontri armati – si può parlare di diplomazia prendendo in considerazione tutti quei rapporti che, per forza di cose, uno Stato deve intrattenere con altri soggetti di diritto, dalle nazioni estere ai vari enti. La diplomazia come oggi la conosciamo è nata nel Rinascimento. Tra i suoi più fini conoscitori, possiamo annoverare il fiorentino Niccolò Machiavelli. Molto importante, a questo punto, è soffermarsi un po’ anche sulle caratteristiche della figura del diplomatico.
Cosa fa il diplomatico?
Per capire ancora meglio cos’è la diplomazia, soprattutto nell’attuale contesto internazionale, è bene soffermarsi un attimo sulle peculiarità della carriera del diplomatico. La funzione di questa figura, rimanendo in un quadro tradizionale, è quella di gestire le relazioni internazionali del Paese di appartenenza. Vi è poi anche un altro ambito che merita attenzione. Si parla, nello specifico, di tutte quelle mansioni legate ai servizi ai cittadini in patria e all’estero.
Per entrare maggiormente nello specifico riguardo a questi ultimi aspetti, ricordiamo che a chi esercita funzioni diplomatiche è richiesto di tutelare gli interessi dei propri connazionali, di appurare la loro possibilità di esercitare il diritto di voto all’estero e di fornire assistenza alle imprese. A chi lavora nel mondo della diplomazia spetta anche il rilascio di visti, un’attività che diventa sempre più importanti di pari passo con la mobilità dei cittadini di un determinato Paese e con l’intensificarsi degli scambi commerciali internazionali che, in alcuni casi, richiedono il soggiorno di professionisti e politici presso Stati esteri.
Per concludere, ricordiamo che la carriera diplomatica ha diversi gradi. Il più basso è il Segretario di Legazione. Il più alto, invece, è l’ambasciatore.