10 ottobre, Giornata mondiale della salute mentale

La Giornata mondiale della salute mentale, promossa dall’Organizzazione mondiale della Sanità, è l’occasione per sensibilizzare la comunità globale riguardo alle malattie mentali e agli effetti che hanno sulla vita degli individui, nella sfera familiare-affettiva come in quella lavorativa. La Giornata è stata celebrata per la prima volta il 10 ottobre 1992 su iniziativa dal Vicesegretario generale della Federazione mondiale per la salute mentale (World Federation for Mental Health, WFMH), Richard Hunter, e nel giro di pochi anni, si è affermata come momento di riflessione e promozione di tutte le iniziative volte preservare la salute mentale.
L’OMS si è impegnata nell’attribuire alla salute mentale una posizione di maggior rilievo nei programmi di Sanità Pubblica Internazionale, ponendo le basi per un’azione globale sulla salute mentale attraverso la diffusione di nuove informazioni scientifiche. E’ ormai assodato che l’esclusione della salute mentale dai tradizionali servizi sanitari e assistenziali contribuisce alla marginalizzazione delle persone colpite: nell’allocazione delle risorse, nella pianificazione delle politiche e nello sviluppo dei servizi c’è il rischio di non riconoscere alla salute mentale la giusta priorità. Nel settembre 2015, la salute mentale è stata inclusa tra Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs) delle Nazioni Unite. Un passo storico con cui si è ufficialmente riconosciuto l’impatto delle malattie mentali sulla vita degli individui e delle collettività.
Il tema della Giornata mondiale dalla salute mentale 2023 è “Mental Health is a universal human right” e l’intento principale è quello di migliorare la conoscenza, aumentare la consapevolezza sull’argomento, sottolineando come la salute mentale sia un diritto fondamentale per tutti: “Ogni persona, chiunque e ovunque si trovi, ha diritto al più alto standard di salute mentale raggiungibile”, afferma l’OMS. “Ciò include il diritto di protezione dai rischi per la salute mentale, il diritto a cure accessibili, accettabili e di buona qualità e il diritto alla libertà, all’indipendenza e all’inclusione nella comunità”.

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