La Barca di Pietro
Verrà presentata oggi a Papa Francesco una copia filologicamente accurata dell’imbarcazione antica, databile a circa duemila anni fa, ritrovata sulla sponda nord-ovest del lago di Tiberiade nel 1986 e oggi esposta nel museo Yigal Allon di Ginosar (Israele).
E’ il dono che la famiglia Aponte, gli armatori di NLG (Navigazione Libera del Golfo) ha voluto fare, con la collaborazione dell’Istituto Diplomatico Internazionale al Santo Padre.
La navicella, è una replica perfetta di quella conservata nel museo israeliano come doveva essere ai tempi di Gesù: scafo di 8,8 metri x 2,5, albero di 8 metri con pennone di 6, due piccole coperte a pruavia e a poppa, vela quadra e cavi in fibra di canapa, due timoni, è in grado di trasportare fino a quindici persone. L’hanno realizzata gli Aprea, storica famiglia di maestri d’ascia della penisola sorrentina, sulla base di approfonditi studi archeologici, con tecniche e materiali dell’epoca. Per le parti andate perdute, gli artigiani si sono ispirati ai mosaici del piazzale delle Corporazioni di Ostia, al graffito della nave “Europa” di Pompei, al bassorilievo con veduta del Portus Augusti nella collezione Torlonia. E’ emozionante pensare che Pietro e Andrea gettavano le reti da una barca come questa quando furono chiamati da Gesù per diventare pescatori di uomini, che su una barca come questa Gesù dormì durante la tempesta sul lago che spaventò i discepoli.
Con questo omaggio al Sommo Pontefice si è voluto dare corpo ad un’immagine di straordinario valore simbolico: nessuna nave, nella storia, ha navigato quanto l’umile barca di Pietro il pescatore, dal lago di Tiberiade fino a Roma e da Roma fino ad ogni angolo del mondo, per pescare uomini.
La “barca di Pietro” non è solo un oggetto di straordinario pregio, ma un messaggio che tocca i cuori ed esorta tutti a rifiutare la cultura dell’indifferenza e dell’esclusione.
La Barca sarà collocata nei Musei Vaticani.