Lo scorso 3 giugno è stata inaugurata la nuova sede romana a Palazzo Orsini, edificio storico ai piedi del Campidoglio, dove saremo presenti con uno staff di professionisti in ambito diplomatico e commerciale.
La giornata è stata scandita da vari momenti – celebrazione della messa sulla tomba di San Paolo, benedizione degli uffici, saluti del presidente Giordani, presentazione del libro di Mimmo Leonetti – a testimoniare la volontà di IDI di valere come approdo per più di una realtà: commerciale, culturale, sociale, religiosa.
L’arrivo a Palazzo Orsini ha più di un significato. A parte il rinnovamento strutturale, che ci veste di prestigio e ci consente una migliore logistica, le porte si sono aperte soprattutto al rilancio dell’ente come realtà di supporto alle piccole e medie imprese nel processo di internazionalizzazione. Per usare una metafora, il primo mercato, la prima agorà eletta per l’incontro tra interessi privati e pubblici, sarà proprio la sede in Piazza del Biscione 95. Un territorio neutro che fungerà da ponte, da mediatore per chi ha deciso di imprendere all’estero.
Come ha ricordato il presidente Paolo Giordani durante il discorso inaugurale, i prossimi mesi ci vedranno impegnati su vari fronti, dai Balcani al Caucaso, per siglare intese commerciali “a sostegno della crescita sostenibile, intelligente ed inclusiva, attraverso azioni di stimolo alla competitività ed all’innovazione nei macro settori dello sviluppo economico, dell’agricoltura e rurale”. Pianificazioni importanti per un portafoglio complessivo di iniziative, in corso e programmate fino al 2022, pari ad oltre 100 milioni di Euro, sono state fatte anche a favore dello sviluppo sociale, delle risorse umane, dell’inclusione e della coesione territoriale. Il primo mattone reale e simbolico è stato posto da Mons. Mario Laurenti, incaricato d’affari e consigliere ecclesiastico dell’ambasciata di Malta della Santa Sede, alla presenza di Mons. Michele Fiorentino della Sacra Rota Romana e di Don Felice Riva, Cappellano dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Palidoro,
L’avvio di un dialogo costante con i rappresentanti del Vaticano nasce dalla consapevolezza che oltre 800 milioni di persone nel mondo soffrono la fame e che il prezzo più alto lo pagano con la vita, ogni anno, circa 3 milioni di bambini. L’istituto, con i mezzi disponibili in suo possesso, lavorerà per sensibilizzare e cercare di combattere sperequazioni, discriminazioni, di eliminare barriere ideologiche e fisiche. Non solo. Gli utili derivanti dalla gestione e dalla raccolta fondi tra le imprese associate saranno devoluti alla Chiesa Cattolica o alla Caritas Nazionale e Internazionale. “Se è vero che tutti devono avere un’equa possibilità di competere – ha concluso Giordani – non possiamo pensare che si realizzi in un mondo di miseria ed emarginazione. Sono queste le sfide più importanti per un uomo e quindi per l’Istituto Diplomatico Internazionale”.